Gli economisti, com’è noto ai più, sono una “specie” in cui raramente regna un generale consenso sulle tematiche d’attualità, tanto che, nel tempo, svariati sono stati gli aneddoti e le battute di spirito ad entrare nell’immaginario collettivo per arricchire questo luogo comune. Si racconta che una volta il presidente statunitense Dwight Eisenhower, frustrato dai risultati conflittuali che gli venivano presentati dal proprio gruppo di consiglieri, richiese un economista dotato di una sola mano. “Se tutti gli economisti fossero messi uno accanto all’altro – faceva, invece, notare ironicamente il drammaturgo irlandese George Bernard Shaw – non raggiungerebbero mai una conclusione”.
Gli ultimi risultati di un sondaggio condotto dall’Initiative On Global Market (IGM) dell’Università di Chicago sembrano, almeno per stavolta, contraddire tale stereotipata concezione. L’organizzazione, che periodicamente raccoglie le opinioni di una giuria composta da 40 economisti, provenienti da diverse scuole di pensiero e di diverso orientamento politico, sulle questioni di public policy più controverse del momento, ha recentemente messo alla prova l’IGM Economic Expert Panel con un tema alquanto spinoso: i servizi offerti da Uber e Lyft.