Possono essere più o meno simpatiche le sue maniere, può essere più o meno accettabile il suo volersi mostrare in pullover blu anche quando incontra il Presidente Obama, si possono più o meno condividere i suoi modi spicci con sindacati e stampa, ma una cosa è certa: Marchionne sa fare il suo lavoro, ovvero l’essere a capo di un grande gruppo internazionale che non è solo un produttore di auto ma anche un grande aggregatore finanziario.
Un’ulteriore dimostrazione di questo asserto è l’emblematica storia del marchio Jeep. Quando, quasi 10 anni fa, insieme a tutta la Chrysler la Fiat acquisì anche il noto marchio di fuori strada in molti storsero il naso perché il mercato dei suv sembrava destinato a morire con un costo del petrolio arrivato a livelli stellari. Così non è stato. Il marchio Jeep non solo si è rafforzato nel suo mercato “di nascita” ovvero quello degli Stati Unti ma ha saputo crescere fino a raggiungere vette inimmaginabili anche in Italia dove il pubblico si è sempre mostrato poco attento a questi mezzi troppo potenti e pesanti.
Ed invece dal 2009 a questa parte Jeep ha continuato a mietere un record dietro l’altro. Una sequela di successi che continua a mostrarsi tanto più in questo momento di fine crisi in cui stanno lentamente riprendendo gli acquisti di auto. Successo riscontrato dalla grande richiesta di mercato, sia sui canali tradizionali, quindi dalle classiche concessionarie, che online, da portali dedicati alla compravendita di auto come l’ormai noto Autoscout24, che all’interno del suo sito dedica una pagina proprio al modello più apprezzato di sempre del marchio: la conosciutissima Jeep Cherokee.