Star Economics: Come Variano Le Preferenze del Pubblico In Tempi di Crisi e di Boom

Carattere costitutivo della figura dell’artista è da sempre la capacità di assorbire, processare, e, successivamente, articolare in forma artistica – sia essa scrittura, pittura o musica – le specificità caratterizzanti l’ambiente sociale, politico ed economico della propria epoca. Emblematico, in questo senso, rimane in letteratura il dettagliato resoconto delle dure condizioni di povertà vigenti tra le classi meno abbienti nell’America post Grande Depressione offertoci da John Steinbeck in Furore. Che sia in fase espansiva od in recessione, l’economia, o meglio, le condizioni economiche prevalenti in una nazione durante una determinata fase del proprio sviluppo, continuano ad esercitare un’attrattività unica per gli autori, stimolandone l’ispirazione, e  fornendo quell’indispensabile carico emozionale che si pone a fondamento di qualsiasi pratica artistica.

Tuttavia, come emerso dal decennale lavoro di ricerca condotto da Terry F. Pettijohn II (ritratto in foto), professore di psicologia presso la Coastal Carolina University, la correlazione tra il clima economico e la cultura popolare sembrerebbe operare ad un livello molto più complesso rispetto a quanto comunemente ritenuto. Il suo innovativo approccio di studio si basa sulla Environmental Security Hypothesis, una congettura teorizzata da Pettijohn durante la fine degli anni ’90 per la quale, in tempi di crisi, il grande pubblico tende a preferire personaggi dello spettacolo con caratteristiche facciali dal tratto “più maturo” che sembrano così veicolare un maggiore senso di “sicurezza psicologica”.

Pettijohn,Terry