Sinodo, Il Vaticano Usa l’Economia per Spiegare i Nuovi Costumi Sessuali

L’iniziale azione progressista dei padri sinodali si è risolta in un nulla di fatto. La Relatio Synodi, il report finale del Sinodo dei Vescovi 2014, redatto in conclusione dell’assemblea sulla famiglia, ha escluso l’ammissione dei divorziati risposati alla comunione ed il riconoscimento delle coppie gay. Per entrambe le questioni è stata raggiunta “una maggioranza semplice” e non “qualificata”, come richiesto dalla prassi, con i 74 “no placet” contro 104 “placet” sul paragrafo 52 del documento – la possibilità di studiare la comunione ai divorziati risposato –  e 64 contro 112 sul punto 55 – in cui sono state affrontate le questioni sull’omosessualità, dove l’assemblea plenaria del Sinodo riconferma la concessione della sola “comunione spirituale”.

Il dibattito del Sinodo dei Vescovi, stando a quanto riferito dallo stesso Papa Francesco nel discorso ai padri sinodali, è stato affrontato con “franchezza” e “coraggio”, “senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio, e, a quanto pare, adottando un nuovo linguaggio per la Chiesa Cattolica, quello economico. Ad una lettura attenta della relazione finale, riferimenti alle condizioni economiche delle famiglie, o dei fedeli più in generale, si presentano ripetutamente – la prova indiscutibile che l’attenzione di Papa Francesco sulla moralità del mercato si è ora infiltrata in ogni elemento della Chiesa, raggiungendo persino i predicamenti sui costumi sessuali.