Soltanto evocando l’idea della “Via della Seta” è semplice lasciare andare l’immaginazione alla romantica immagine di un passato economico in cui carovane di cammelli, carichi di esotiche merci provenienti dall’Oriente, solcavano i deserti e le montagne dell’Asia centrale per raggiungere le ambite mete commerciali europee. Estendendosi per oltre 6500 kilometri, la “Via della Seta” non è, tuttavia, solamente una leggendaria rotta mercantile appartenuta alla storia di una prima apertura globale dei mercati Euroasiatici, ma parte integrante della nuove politiche economiche cinesi definite da Xi Jinping.
Come nel XV secolo l’ammiraglio cinese Zheng He eresse una tavola di pietra sul tratto della Via vicino a Galle, città costiera dello Sri Lanka, per ingraziarsi il favore delle divinità Induiste nella creazione di un mondo pacifico sulla base degli scambi e del commercio internazionale, seicento anni dopo, il Presidente cinese si pone un obiettivo similare, esponendo la propria causa ai leader politici europei. Con la visita dello scorso Marzo al porto fluviale del Reno a Duisburgo, uno dei più grandi centri logistici di trasporti nell’Europa continentale, il leader cinese lanciò un primo appello alla Germania per unirsi al Dragone nello sviluppo di una “Nuova Via della Seta” tra le due economie – un progetto strategico che sin dal suo insediamento nel 2013, Xi Jinping ha regolarmente proposto durante in suoi viaggi diplomatici (vedi Figura 1).