“L’unione economica e monetaria rimane – dopotutto – una comunità attrattiva” ha recentemente dichiarato Olli Rehn, il commissario economico Europeo, in seguito alla notizia dell’oramai prossima annessione della Repubblica di Lituania all’Eurozona.
Il via libera della Commissione attende solo ora che si esprima il Consiglio UE, il cui giudizio in merito, una pura formalità per i due paesi Baltici entrati nell’Unione nel Gennaio 2011, Estonia e Lettonia, è previsto entro la fine del prossimo mese. Un avvenimento importante per Vilnius, che, secondo il Primo Ministro Lituano Algirdas Butkevicius, conferma come l’ex repubblica sovietica si stia progressivamente conformando, allentando i legami con la pesante eredità comunista, al mondo occidentale. “L’adozione dell’euro, [date] le circostanze che formarono i confini della Lituania, acquista ancora più importanza” ha dichiarato in un comunicato ufficiale Mr. Butkevicius. “E’ un ulteriore passo verso una più profonda sicurezza economica, finanziaria e politica”
Tuttavia, nonostante le ripetute dichiarazioni dei commissari europei in favore di un ulteriore allargamento della comunità, stando al “Convergence Report 2014”, la Lituania potrebbe essere l’ultimo paese ammesso in EU per i prossimi anni. Le economie desiderose di entrar a far parte dell’Eurozona, ma che ne sono rimaste ancora escluse perché non soddisfacevano i parametri del Meccanismo di Cambio Europeo (MCE), rimangono Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria, Polonia, Romania e Svezia.
Oltre ai limiti di fluttuazione del tasso di cambio imposti dal MCE, i paesi non-membri, al fine di vedere accettata la propria adesione, devono adoperarsi per rispettare anche un requisito associato ad un livello sostenibile di bassa inflazione e i tradizionali parametri predisposti per il deficit ed il debito. Un processo in cui si richiede anche l’attenta valutazione della BCE, e che ha visto, solo due giorni fa, assegnare all’economia Lituana “il certificato di buona salute”, nonostante gli iniziali timori sull’eccessiva oscillazione del suo tasso d’inflazione.